Idealizzazione e svalutazione come barriere all’apprendimento della psicoterapia

23 Agosto 2021
MASTER SPAI

Quali processi inconsci possono influire nell’apprendimento della psicoterapia nei terapeuti in formazione? Interessanti considerazioni su questo argomento nell’articolo di Allan Abbass ”IDEALIZATION AND DEVALUATION AS BARRIERS TO PSYCHOTHERAPY LEARNING”, AD HOC Bulletin of Short-term Dynamic Psychotherapy (8) 3: 46-55. 2004.

Abbass. (2004). Idealizzazione e svalutazione come barriere all’apprendimento della psicoterapia.

L’autore all’interno dell’articolo espone alcune considerazioni sul tema dei meccanismi di scissione, idealizzazione e svalutazione, come possibili ostacoli per gli studenti all’apprendimento della psicoterapia e alla propria crescita professionale. Le riflessioni hanno origine dall’osservazione in alcuni studenti di estreme fluttuazioni nella percezione di sé in termini di autostima e nella percezione del modello di trattamento, che Abbass ha potuto notare in oltre 14 anni di esperienza sia come insegnante che come studente.

Il problema sembra accumunare qualsiasi scuola di psicoterapia, qualsiasi corrente teorica e/o metodologia di trattamento, con particolare riferimento agli approcci psicoterapeutici emotivamente intensi come l’ISTDP. E l’articolo vuole essere uno stimolo di discussione per studenti e insegnanti rispetto a questa tematica.

In ISTDP, come in altri approcci psicoterapeutici focalizzati sulle emozioni, risulta particolarmente importante che il terapeuta sviluppi una buona capacità di integrazione emotiva e di tolleranza all’ansia. Ciò può risultare un apprendimento complesso per il terapeuta poiché richiede conoscenza di sé, competenze tecniche, tolleranza all’ansia e consapevolezza emotiva. Inoltre, l’utilizzo di materiale videoregistrato di sedute reali nell’apprendimento dell’ISTDP spesso espone ad esperienze emotive intense, che mobilitano a loro volta emozioni altrettanto intense nei terapeuti in formazione. Tali emozioni possono generare sintomi d’ansia o risposte difensive, ed è per questi motivi che spesso l’apprendimento dell’ISTDP può diventare una vera sfida.

Il terapeuta “formato” conosce il funzionamento emotivo inconscio e generalmente questo si traduce in un incremento della consapevolezza di sé, in una maggiore umiltà e in minori vissuti di onnipotenza, un aumento della competenza tecnica, e una migliore comprensione degli altri. Ciò contribuisce ad incrementare anche il desiderio di sentirsi connessi agli altri professionisti, vedendo analogie e collegamenti tra i diversi approcci, con una conseguente diminuzione dell’isolamento professionale.

Il problema compare nel momento in cui l’ISTDP, come altri approcci psicoterapeutici, viene erroneamente promossa e insegnata come “la terapia ideale”, “la verità”, “la risposta finale” alla sofferenza umana. E la cosa peggiora quando sia insegnante che studente concordano sul fatto di aver trovato “la verità”, è lì che l’apprendimento si blocca e iniziano i problemi. Questo processo favorisce la scissione in “dentro e fuori”, dove il metodo scelto è l’unico efficace e gli altri vengono invece svalutati.

Diventa quindi fondamentale, all’interno del processo di supervisione, individuare e affrontare l’idealizzazione, così come le altre forme di resistenza all’apprendimento.

Abbass osserva 5 stili principali nei colleghi in formazione esposti alla visione di sedute videoregistrate, anche se non tutti rientrano in queste categorie. Terapeuti che:

● usano primariamente l’intellettualizzazione e l’isolamento dell’affetto,
●  usano rimozione, e tendono ad appiattirsi durante le sedute di psicoterapia,
●  alternano rimozione con auto-apprezzamento difensivo,
●  incantati dal metodo, che utilizzano l’idealizzazione,
●  tendono a sperimentare autosvalutazione.

Il formatore ha un ruolo centrale nei confronti dei gruppi in formazione. Una supervisione continua delle sedute videoregistrate e una visione di esempi da parte degli insegnanti, è il metodo migliore per gestire le posizioni estreme di idealizzazione e svalutazione. Altrettanto importante diventa il confronto col gruppo, che aiuta a mantenere un equilibrio durante il processo di apprendimento, ad alto impatto emotivo.

L’articolo originale è consultabile qui

dott.ssa Sara Basso

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